La Collina Torinese

 

Un pò di storia

Quaranta milioni di anni fa un profondo golfo marino, dalle attuali regioni adriatiche, arrivava a lambire la catena alpina.

L’area attuale della collina torinese era quindi interamente coperta dall’acqua del mare, come dimostrano le attuali rocce più comuni della collina, le marne, che si sono originate dalla sedimentazione di fanghi sui fondali marini. Intorno ai 5 o 6 milioni di anni fa i sedimenti accumulati sul fondale iniziarono a sollevarsi grazie a forti spinte di compressione e innalzamento, emergendo dal mare come una grande isola. Successivamente poi le acque si ritirarono e i grandi fiumi alpini portarono a valle enormi quantità di sedimenti che formarono la pianura padana.

La collina torinese si presenta oggi come un unico rilievo delimitata nettamente dal fiume Po a ovest e a nord, e dalla pianura di Moncalieri e di Chieri a sudest.  Meno evidente il confine nord orientale, dove diventa un tutt’uno con le colline del Monferrato. Il territorio è situato quasi interamente nella provincia di Torino, fatta eccezione per una piccola porzione (comuni di Berzano San Pietro e Moncucco Torinese) appartenenti alla provincia di Asti.

I limiti altitudinali son compresi tra i 171 m. di San Sebastiano da Po e i 715 m del Faro della Vittoria alla Maddalena a Torino. Altri principali rilievi sono Superga (670 m) Cinzano (495 m) e il Bric de Vaj (583 m).

Grazie all’esposizione, e alla diversa conformazione dei versanti, i boschi principali si trovano a nordovest e sono caratterizzati da querce, farnia e rovere, alle quali si sono aggiunte in seguito il castagno e la robinia. Troviamo poi altre speci come il faggio, il ciliegio e il pioppo bianco. Si creano così boschi suggestivi, freschi e umidi quindi adatti anche per escursioni estive.

Verso sudovest invece la collina è stata da sempre coltivata ed è caratterizzata da vigneti e da diversi frutti tra cui i celebri ciliegi di Pecetto. Su questi pendii, più dolci e assolati, si trovano diverse cascine, grandi e piccole che in alcuni casi, a partire dal seicento, hanno visto la trasformazione da vigne, come sono ancora oggi chiamate, in belle dimore per la villeggiature delle famiglie nobili.