Percorso n°18

 

"Parco del Nobile e Strada del Mainero" dal Ponte Umberto I (230 m)
alla Cascina Mainero (530 m)
 
www.caimoncalieri.it/cataloghi-pdf/Collina - Percorso n.18.pdf


Luogo di partenza: Ponte Umberto I – Corso Fiume   

Lunghezza Km 4,5 - dislivello 310 m

Tempo di percorrenza: 1h 50'

Cartografia: Sentieri della Collina Torinese n° 1 scala 1:15000 - Collina di Torino - Fraternali Editore n° 18 1:25000

Bus linea 52,66,70,76 su C.so Fiume; bus 54 al Mainero

 

 

                                                                                             

 

 

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Il percorso n° 18 si svolge nella Val Salice, una zona della collina Torinese molto urbanizzata che conserva alcune antiche ville storiche, tra le più belle della collina, spesso nascoste alla vista dei passanti, e un piccolo Parco Pubblico con il nome di Parco del Nobile, in cui si trovano ancora zone a prato spontaneo e a bosco.

Il percorso inizia in Corso Fiume in corrispondenza del Ponte Umberto I e in breve raggiunge il piazzale dove si trova il monumento commemorativo della Guerra di Crimea (1865-1866) eretto nel 1892, in seguito alla quale il Piemonte, con Cavour, iniziò a gettare le basi per la costruzione dell’Unità d’Italia. Il monumento è un cippo di granito rosa di Baveno (Lago Maggiore) che ha sul davanti la statua della Vittoria con ai lati un Bersagliere e un Marinaio, sui lati 2 bassorilievi in bronzo che rappresentano la Battaglia della Cernaia e l’assedio di Sebastopoli, due momenti significativi per la risoluzione della guerra, e tutto intorno allo zoccolo gli stemmi delle potenze alleate: il Regno Sardo, la Francia, l’Inghilterra e la Turchia. Si prosegue poi leggermente a destra nella Val Salice percorrendo viale Crimea e poi Viale Thovez. All’angolo tra viale Thovez e Strada del Righino si trova l’ingresso al Parco di una dimora storica nobiliare del 1600, costruita durante il periodo della grande peste di quel secolo dal marchese Ludovico San Martino d’Agliè che acquistò un terreno in questa zona di Torino e vi fece costruire la sua residenza. Suo nipote Filippo San Martino d’Agliè (letterato, politico e musicista) fece parte, nel 1631, della Guardia del Duca Vittorio Amedeo I di Savoia e stabilì con la Duchessa, Maria Cristina di Borbone (conosciuta come la Madama Reale), una relazione profonda e sincera che durò per tutto il resto della vita e, alla morte del Duca, divenne il suo più prezioso consigliere politico. La Villa, circondata da un ampio giardino, ha subito molti rimaneggiamenti e ora si trova in completo abbandono, sopraffatta dall’incuria e dalle piante del giardino che l’hanno invasa e la nascondono completamente alla vista. Dario Argento scelse questa villa, disabitata e in abbandono, per girare la scena finale del suo film La Terza Madre per la sua aria spettrale e suggestiva che non necessitava di alcun ritocco scenografico. Proseguendo in viale Thoves questa diventa più ampia perché allargata in seguito alla copertura del Rio Paese che si ritrova più in alto a cielo aperto. Al n° 37 si incontra l’enorme complesso degli edifici salesiani con il Liceo Salesiano Valsalice, istituito nel 1879 da Don Bosco, e il Museo di Storia Naturale omonimo. Viale Thovez termina in Piazzale Adua (capolinea del 52) dove si prosegue a sinistra in Strada del Nobile. Qui sulla destra, in un grande spiazzo erboso recintato, si trova un serbatoio di 20000 litri dell’Acquedotto di Torino, costruito nel 1910. AL centro del prato erboso su una costruzione piatta compare la scritta “AAM" che ne identifica l’appartenenza.  Al n° 59 sul lato sinistro si nota una particolare costruzione chiara del 1700, dipinta a finti assi di legno, di un ricco argentiere che aveva circondato la casa con un delizioso giardino ricco di giochi d’acqua, ridotta all’attuale modesto aspetto da sconsiderati successivi rimaneggiamenti. Subito dopo sulla destra inizia il Parco del Nobile un ampio spazio verde di 12 ettari ricoperti da prati, da un bosco di frassini, aceri, carpini e, vicino al Rio Paese, qui libero nel suo letto, uno stagno particolarmente prezioso per la sopravvivenza di molte specie di anfibi, come il tritone. Nel bosco è facile incontrare scoiattoli rossi, tassi, picchi, merli, pettirossi, scriccioli. Oltre alle api il parco ospita alcuni asini. Vi si trova al n° 36 la sede della Cooperativa Agriforest, che si occupa della manutenzione del verde, e dell’Associazione Parco del Nobile che si occupa di Educazione Ambientale con attività rivolte alle scuole e alla cittadinanza. Nella parte alta del Parco si trovavano, fino a pochi anni fa, i resti di una antica casa di campagna settecentesca, in passato indicata con il termine Vigna che comprendeva sia il terreno coltivato a vigna, coltivazione molto comune in passato sulla collina torinese, che la casa di abitazione, formata da tre grandi ali con all’interno ampi spazi ben arredati con quadri e mobili di valore. Era appartenuta fino al 1780 ad una famiglia di argentieri, poi, passata di famiglia in famiglia, nel 1930 venne abbandonata e di lei e di tutto il suo arredamento non è rimasto più nulla.  Attualmente i ruderi di questa cascina sono stati recuperati e ristrutturati e la vecchia villa in Strada del Nobile n° 86 – 92 ospita ora una Associazione Culturale “La vita al Centro. Bambini e Genitori” che gestisce una scuola privata con il primo ciclo di studi per l’infanzia. Proseguendo su Strada del Nobile al n° 109 si trova villa Rivoira risalente al 1500, una delle più antiche e prestigiose ville della collina torinese, appartenente in origine a Filippo Pignone, barone di Cusy, storico di casa Savoia, scrittore, consigliere di stato del Duca Emanuele I. Giunti in cima al Parco si prosegue a sinistra percorrendo la stretta via, senza marciapiedi, Strada San Vincenzo, in cima alla quale si giunge a destra in Strada del Mainero; se si proseguisse invece a sinistra si arriverebbe alla piccola chiesa di S Margherita (punto terminale del percorso n 19 con il quale si può ridiscendere in Corso Moncalieri passando per Villa Genero, Villa della Regina e arrivando alla Chiesa della Gran Madre, dove inizia il percorso n 19). Lasciata invece la deviazione per S Margherita, proseguendo a destra, in salita, si arriva, dopo alcune curve, al fondo della strada del Mainero. Questa zona, conosciuta come “Cascina del Mainero”, era una zona di cascine e di terreni coltivati (chiamate Vigne), ora è completamente urbanizzata con numerose costruzioni circondate da ampi spazi verdi. Arrivati al n° 161 di Strada del Mainero andando a sinistra si raggiunge il capolinea del 54, proseguendo invece con la strada sterrata, sulla sua destra si trova l’indicazione del sentiero di collegamento con l’itinerario n° 12  che conduce  all’ Eremo dei Camaldolesi o al Parco della Maddalena.

 

 

   

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